MINE VAGANTI, AMORE E FRATELLANZA, RISATE. SU PRIME VIDEO C’È LA FRESCHEZZA DI “IO E MIO FRATELLO” DI LUCA LUCINI.
Le storie dei giovani che lasciano la propria terra e che poi tornano, riscoprendo valore e bellezza dei luoghi.
Un film leggero e divertente, romantico ma non zuccheroso. È Io e mio fratello di Luca Lucini (L’uomo perfetto, Oggisposi, Nemiche per la pelle, Come diventare grandi nonostante i genitori), da oggi su Prime Video. Siamo a Milano, dove vive Sofia Nisticò (una bellissima Denise Santucci), che si è lasciata alle spalle il paesello in Calabria, la madre (Lunetta Savino), il fratello Mauro (Cristiano Caccamo), l’azienda vinicola di famiglia.
Io e mio fratello: la trama, storia di una sciupafemmine
Sofia è una delle tante “fuori sede”, come la chiama la madre, che si trasferisce a Milano per inseguire i suoi sogni “in un percorso a zig-zag”, che passa “da un lavoro di m….a uno del c….o” e condivide con l’amico aspirante rapper Alessandro (Claudio Colica) un appartamento di 35 metri quadri (eh sì, siamo a Milano). Sofia è una vera “sciupafemmine”, passa da una storia all’altra, ma il suo cuore batte per Michela (Greta Ferro), amica d’infanzia.
Peccato che la sua preferita abbia deciso di insediarsi in Calabria e sposarsi proprio con Mauro. Sofia non ci sta e decide di tornare al paesello (un bellissimo borgo medievale) per sabotare le nozze.
In Calabria ritroverà il mondo che aveva mollato: la madre, il fratello, le zie (su cui svetta una divertente Teresa Mannino, che aggancia giovani maschi su un’app, salvo poi scoprire che vogliono fare sul serio e mollarli), una stanza trasformata in ripostiglio e naturalmente Michela e Mauro. Il rapporto tra fratelli è conflittuale: lui accusa la sorella di averlo mollato alla morte del padre e lasciato solo a gestire faticosamente l’azienda vitivinicola di famiglia, lei gli contesta di aver sfruttato le vigne per conquistare una posizione che altrimenti non avrebbe mai raggiunto.
La mina vagante che dal nord torna in Calabria
In Calabria, Sofia è decisa a riconquistare la “sua” Michela, impedendo il matrimonio, che i parenti vorrebbero in “stile Kardashian”. Il fratello scopre che tra le due c’è stata una storia e si arrabbia molto. Ma Mauro ha qualcosa da nascondere: l’azienda è piena di debiti e lui sta cercando di venderla, contro il parere della madre e di Sofia, la “mina vagante” tornata dal nord.
In effetti il film di Lucini ricorda un po’ la commedia di Ozpetek, c’è la storia di famiglia, l’omosessualità, il legame con i territori del sud. Il finale, in cui Mauro, Sofia e Michela decideranno cosa fare da grandi, non è del tutto scontato (solo un po’) e la commedia è decisamente gradevole e leggera.
Il cast di Io e mio fratello tra protagonisti e (splendidi) comprimari
Le protagoniste Denise Tantucci (Sofia) e Greta Ferro (Michela) oltre che bellissime se la cavano dignitosamente. È molto divertente la figura dell’aspirante rapper Alessandro (Claudio Colica) e all’altezza anche Cristiano Caccamo, il notevole fratello di Sofia. Reggono alla grande i comprimari: una meravigliosa Lunetta Savino, la divertente Teresa Mannino nel ruolo di zia Tecla, l’indiscutibile Nino Frassica (Bernardo), Ninni Bruschetta e Paola Lavini (rispettivamente padre e madre di Michela).
Una commedia contemporanea da vedere su Prime
Dice Luca Lucini: «Con Io e mio fratello volevo realizzare una commedia divertente, romantica, ma senza perdere uno sguardo puntuale sulla contemporaneità. La speranza è quella di essere riusciti a rendere il film anche visivamente molto impattante, una commedia elegante, con ambienti curati che raccontano con l’enfasi del cinema la realtà: la differenza fra la partenza milanese e l’ambientazione di una grande metropoli con una piccola realtà locale calabrese è già di per sé un interessante contrasto, fotografico, scenografico, paesaggistico».
Io e mio fratello è un film gradevole con dialoghi brillanti. C’è del romanticismo, ma solo i cinici penseranno “è un film melenso”. Per il resto, spicca una Calabria bellissima e si intravede la solita Milano dei grattacieli. Nonostante la realtà del sud appaia un po’ edulcorata (ma del resto è una commedia, non un documentario sulla ‘ndrangheta), il film è perfetto per illuminare un pomeriggio di pioggia o rendere piacevole una serata in casa.