IL CINEMA ITALIANO PROVA A RIALZARE LA TESTA. GLI INCASSI VICINI A QUELLI DEL 2019.
Fra il 1° gennaio e il 10 marzo dai film made in Italy incassato il 28,7% del totale.
Un aspetto può aiutare a vedere di più la parte piena del bicchiere rispetto a quella vuota, comunque evidente, perché analizzando i dati di box office mancano ancora all`appello, che si tratti di cinema in generale o anche di cinema made in Italy, milioni di euro e milioni di presenze rispetto al pre-pandemia. Eppure, sull`andamento del cinema italiano, numeri e cifre disegnano una diversificazione e un risultato un po` più “corale” che rappresenta un elemento di giudizio positivo, perlomeno in prospettiva.
Certo si torna dalla Notte degli Oscar a mani vuote, con “La zona di interesse” di Jonathan Glazer a prevalere all`interno della cinquina per il miglior film straniero di cui faceva parte anche “Io Capitano” di Matteo Garrone (4,7 milioni di incasso e 845mila presenze). Di sicuro la vittoria avrebbe portato entusiasmo e un battage utile al consumo cinematografico in generale. Non è andata così e quindi ora non resta che l`analisi a bocce ferme di un inizio di anno in cui il cinema italiano ha provato a rialzare la testa, complice anche quello sciopero di Hollywood che ha penalizzato le uscite da oltreoceano.
I numeri Cinetel, elaborati dal Sole 24 Ore, segnalano 110,9 milioni di incassi totali al botteghino (per i film di qualsiasi provenienza) in crescita del 25% rispetto al 2023, con 15,8 milioni di presenze (+27%). Aumento rispetto all`anno precedente, ma è bene non cedere a facili entusiasmi visto che nel 2019 gli incassi erano sui 148 milioni con 22,8 milioni di presenze.
E il cinema italiano? Il dato 2019 segnalava 5,6 milioni di presenze in sala con 36 milioni di incassi, pari al 24,32% del totale. Nel 2024 – sempre considerando il periodo fra gennaio e il 10 marzo – i milioni incassati sono stati 31,8 (pari al 28,7% del totale) con 4,6 milioni di presenze. Fuori scala il 2018 con 50 milioni di incassi e 7,8 milioni di presenze. Ma quel 2019 è ben meno lontano. Tredici, allora, i film con incassi superiori al milione di euro, capitanati da “10 giorni senza mamma”, distribuito da Medusa. Nel 2024 i film attualmente sopra il milione sono nove, con un decimo, “Un altro ferragosto”, diretto da Paolo Virzì che in un week end ha incassato 847mila euro.
«Il cinema italiano – commenta Francesco Rutelli, presidente Anica – è a metà della strada del cambiamento, dopo la profonda crisi Covid, come produzioni, creatività, rapporto con il pubblico. La filiera è più che mai integrata in termini di mercato, tra film e serie, sala, streaming, tv, fruizione sul web». In questo quadro però, aggiunge Rutelli «le capacità di innovazione e adattamento delle industrie hanno bisogno più che mai di certezza nella regolazione e nei tempi burocratici: incentivi stabili controllati con trasparenza e rigore, regole che non cambiano di frequente o restano sospese creando incertezza, favorendo Paesi concorrenti, allontanando investitori esteri e facendo rimandare progetti nazionali». In questo quadro è facile pensare al nuovo tax credit atteso e annunciato dal Ministero della Cultura, ma non ancora arrivato.
Certo è che se è vero che non è stato recuperato il downgrade delle abitudini pre-pandemiche è altrettanto vero che fenomeni come il film della Cortellesi “C`è ancora domani” abbiano dato un apporto importante alla diversificazione e intensificazione della frequentazione delle sale. «La sala – concorda Giuseppe Sacca ad Eagle Original Content and Eagle Pictures Company – sta tornando centrale grazie a un pubblico attento e selettivo, attratto da una grande varietà di storie forti che non hanno timore di affrontare la nostra contemporaneità. È il momento di non fare nessun passo indietro, ma di avere sempre di più il coraggio di forzare i linguaggi per avere l`obiettivo e l`ambizione di anticipare i gusti degli spettatori».
Necessario dall`altra parte, secondo Federica Lucisano, ad di Lucisano Media Group, fare squadra: «Ci vuole maggiore solidarietà e attenzione alle parole e al gioco di squadra, soprattutto in un momento di crisi del cinema italiano. I film devono essere accompagnati perché dietro un film c`è un`industria, un mondo di persone che lavorano e tanti investimenti, sia grandi che piccoli».
A. Biondi.